Pietro Aradori - miglior marcatore Virtus dopo due giornate (39 punti totali) è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna e da Luca Muleo su Stadio.

Ecco un estratto delle sue parole:
Non contano i punti, l’importante è il modo di stare in campo, essere sempre pericolosi, aiutare la squadra. Cerco di migliorare vari aspetti del mio gioco ogni anno, siamo all’inizio e andrà sempre meglio.

Su come procede l’ambientamento in Virtus. Molto bene. Sto imparando a conoscere il mondo Virtus, so quanto valga questo club per la città. Ci sono entrato dentro e sto vivendo sulla mia pelle questo inizio di un lungo percorso.
L’intenzione è quella di fermarsi? Sì, voglio fermarmi e costruire qualcosa di importante. Sono rimasto due anni in uno stesso club e Siena, Cantù e Reggio Emilia, ma alla fine del secondo c’erano sempre dei ridimensionamenti o obiettivi che non collimavano. Devi fare altre scelte, io le ho fatte sposando il progetto della Virtus.


Sulla lunga trattativa, non priva di colpi di scena. Prima di scrivere certe cose bisognerebbe aspettare un attimo, io non ho mai avuto ripensamenti. La trattativa è stata lunga, ma sono stato uno dei primi ad aver firmato. Ho sposato il progetto Virtus perchè ne ero super convinto e sono contento di essere qui.

Sul non giocare le coppe dopo tanto tempo - Le coppe mi mancheranno, speriamo di tornarci presto con questa squadra. Senza però hai più tempo per focalizzarti su te stesso e su cosa devi fare la domenica. Col doppio impegno dai tutto, ma i risultati cambiano di gara in gara. Anche perché non si fa lo show come da altre parti, si gioca sempre vita o morte. Da questo punto di vista, è un vantaggio per il campionato.

Le prime due partite. Sono state due belle partite: la seconda per il risultato, la prima perchè abbiamo giocato bene a Trento contro una squadra per me più forte di quella arrivata in finale l’anno scorso. Siamo andati sopra di 18 e abbiamo sbagliato l’ultimo quarto. Può capitare a una squadra nuova, che deve imparare a conoscersi e giocare assieme. Lo stiamo facendo e la strada è quella giusta.
La Virtus può essere una grande squadra? Sì, anche se ovviamente dobbiamo lavorare. Torno a Trento: al di là del risultato è il modo in cui siamo stati in campo per 30-35’ a farci capire che stiamo andando nella direzione giusta e che, continuando a lavorare, potremo toglierci grosse soddisfazioni.

Sul Paladozza al debutto. Uno spettacolo fantastico quello della curva Questo tipo di atmosfera ci darà senza dubbio una grande spinta.

(foto Virtus Pallacanestro)

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