Il presidente della Virtus Alberto Bucci è stato intervistato da Walter Fuochi su Repubblica.
Ecco un estratto delle sue parole.

Come si sentirebbe sul +10 Virtus al minuto 30, a Brindisi. Beh, un po’ di batticuore ce l’avrei. Forse andrei a spegnere la luce. Vinta, tutti a casa.

La “malattia” della Virtus. Che tutti in campo vogliono fare una cosa che risolva il problema. Farla bene, con le migliori intenzioni, ma singolarmente, non insieme. Mi spiego: sono tutti in buona fede, nessuno coltiva pensieri malati, ma da quei tunnel si esce come gruppo, con scelte condivise, cui tutti partecipano. Solo così chi fa il tiro decisivo non si sente solo, ed è più leggero. Quando Jordan passava la palla a Steve Kerr per l’ultimo tiro pensava fosse l’uomo giusto, e tutta la squadra, comunque andasse, era con Kerr. Non è un fatto di schemi, solo di testa.

Sul processo di fusione tra il blocco dei promossi della A2 e i nuovi arrivati. Va avanti, con disponibilità di tutti. Il gruppo della promozione è propenso a integrarsi, e lo sono anche i nuovi. Bravi ragazzi, belle persone, giocatori importanti che hanno creduto in un progetto e sono qui per realizzarlo. Vorrei però che ci parlassimo di più. Come nelle famiglie. Dove si litiga anche, ma si vuole il bene l’uno dell’altro e si può essere felici pure quando si tira la cinghia e nelle polpette c’è più pane che carne. Oggi alla Virtus c’è rispetto, però serve di più. Parlarsi, darsi. Donare migliora più che ricevere. E fa trovare soluzioni.

Con Rosselli è andata male. Vero, ed è stata una sconfitta, in cui ci sono colpe di tutti. C’erano incomprensioni, sono cresciute, ed è finito il feeling. Mi piange il cuore. Guido è uno vero, molto perbene, ma non si trovava più. Sentiva di avere un ruolo sacrificato in campo e di essere anche meno importante fuori. Gli auguro ogni bene dove andrà.
Dove? La scelta è sua, aspetteremo le proposte che ci porterà.


Mercato, un acquisto o due? Adesso uno, in un tempo che vorrei lungo due.

Burns? Noi lo vorremmo, e quanto prima, perchè poi ci darebbe respiro nella ricerca dell’americano, e maggiori scelte anche sul ruolo, da valutare tra qualche tempo e non con l’acqua alla gola. Cantù prova a tenerlo, noi ci siamo se esce, poi è chiaro che non possiamo aspettare troppo. E intanto un 4 americano lo cerchiamo ovunque, ma non uno purchessia. Deve rinforzarci davvero, farci crescere di qualità, non tamponare. Le quattro partite perse potevamo vincerle, tutte, con quelli che c’erano. E questa è un’idea comune, dentro: allenatore, dirigenza, proprietà.

Doellman? E’ bravo, però è più tiratore che rimbalzista, e soprattutto caro. Se costa 500mila dollari, resta un pensiero che non possiamo permetterci.

BRINDISI - VIRTUS, IL PREPARTITA
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91