Poteva essere la serata dei fantasmi, alla fine è stata un po’ come Halloween, quando i fantasmi non fanno paura e se va bene – ed è andata bene – ti portano caramelle e dolcetti vari. Semifinale, allora, matando Treviso che dopo 15’ non ne ha avuto più (ah, la possibilità di avere un roster infinito!) e che ha solo cercato di allontanare il momento in cui l’ultimo pugnale ha ucciso definitivamente la serie. Semifinale, allora, e se da domani inizieremo a studiare cosa sarà la sfida con Trieste – che il coach non potrà non sentire in modo particolare – oggi ci sia ancora spazio per il nunc est bibendum, ma solo per ora.

Bologna vince perché trova un protagonista diverso non in ogni partita, ma spesso anche in ogni singolo quarto: Gandini prima, Mancinelli poi, Knox dopo e Cinciarini infine, ci sarebbe modo e maniera di trovare un differente MVP ogni 10’. E allora, a tenere questa rumba, è normale che gli altri collassino. Perché, davanti a due squadre che difendono alla grande, a vincere le partite devono essere il talento e la capacità di uscire dalle catene (liberiamoci vogliamo giocare, diceva uno slogan purtroppo danneggiato da un corista finale). Cose che la Fortitudo ha avuto e Treviso, specie con il quarto fallo di Moretti, assolutamente no.

Poi si potrebbe parlare della questione falli e diffusione liberi: Boniciolli lo ha fatto a fine serie, notando le continue differenze (anche ieri 15-25). Vero che, come ha scritto di recente Walter Fuochi (che va letto in silenzio senza dire beo) se queste impressioni le hanno avute tutte le terne arbitrali che si sono alternate un motivo ci sarà. Ora magari se lo segneranno a Trieste, pronti casomai a fare anche loro la punta ad eventuali differenze in semifinale. Ma siamo nei playoff, e nei playoff tutto è lecito e possibile.

Shine on you crazy diamond - Mancinelli, Knox, Gandini, l’ambiente, il cassiere, tutti. Non c’è bisogno di fare l’appello.

Another brick in the wall - Dai, per una volta lasciamo perdere.

(foto Fabio Pozzati)

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