54 minuti di conferenza stampa. Ci fosse una classifica su questo argomento fateci sapere: a memoria, si torna solo ad un Sabatini post sconfitta contro Jesi nel 2004, fluviale, con tanto di coach avversario (Gigio Gresta) che ad un certo punto chiese pietà e implorò il rilascio per evitare di dover tornare nelle Marche a piedi. 54 minuti, appunto, utilizzati da Boniciolli per spiegare la sua nuova Fortitudo, già fatta e finita – in teoria – prima ancora di entrare nel mese di luglio. Come d'abitudine, anche se questa volta la rivoluzione è stata maggiore.

54 minuti che però non sembrano essere serviti a convincere la massa dei social, ammesso che abbiano un senso: c'è chi storce il naso, e anche senza essere dei benemeriti Porcellini Rosa qua ci sono un bel po' di scommesse. Di fatto, è finito un ciclo: basti pensare che dei reduci di Arzignano e Costa Volpino (cit.) è rimasto il solo Nazzareno Italiano, e che con il saluto dei cinni Candi e Montano la teoria della gioventù felsinea al potere è stata, per forza o per amore, esalata. C'è chi brontola, c'è anche chi fa presente che se con una certa chiave non riesci a scardinare il portone, allora è necessario cambiarla, codesta chiave. E qui si è andati più di esperienza che non d'altro, ipotizzando di poter quindi evitare quegli sbalzi di tensione e di immaturità gestionale che sono stati, concretamente, la colpa di sconfitte in trasferta impreviste. Quelle, cioè, che hanno piombato la regular season della Fortitudo e, di riflesso, reso i playoff una montagna troppo alta da scalare. Come il papà di Venditti in una antica canzone.

Regia con americano, quindi: McCamey è stato già bocciato da chi legge soltanto le cifre su internet, e magari si potrebbe far presente che il sorprendente Aaron Craft, per dire, non è che sia arrivato a Trento con dei 20 punti e 60% al tiro di media. Conta poco far paragoni, ma conta anche poco valutare su oscure tabelle. Accanto c'è Fultz, 15 anni più di Candi, e cavallo di ritorno che garantirà, si spera, quel saper alzare la mano e dire stop, dimentica, in caso di momenti difficili. Poi si va nel punto nevralgico della squadra, che non avendo tanti punti nelle mani dei lunghi molto dovrà produrre dai piccini. E qui che si conservi senza nemmeno un raffreddore la coppia Cinciarini-Legion, che almeno una trentina di prodotto lordo giornaliero dovrà tirarlo fuori. La garanzia c'è.

Poi, si va per le scommesse. Quella delle ali Amici-Italiano, duo che rischia di far incassare milioni alla FIP per le multe figlie di insulti agli avversari, visto che entrambi sono nel listone dei giocatori meno simpatici alle tifoserie avversarie. Al netto delle questioni disciplinari, Amici è il classico giocatore che avesse una testa diversa sarebbe altrove ma, come detto da lui, avesse avuto una testa diversa forse non sarebbe nemmeno un giocatore. Prendere o lasciare, quindi. Mentre Italiano lo conosciamo, con l'allontanamento da canestro quasi inevitabile viste le ottime percentuali dall'arco e la statura che non si può inventare. Andasse bene, andrebbe bene.

Infine, le selve misteriore. Il quartetto di lunghi Mancinelli-Chillo-Pini-Gandini sembra quasi uno sberleffo a chi ha criticato Knox per tutta la stagione: qui c'è meno talento offensivo ma più durezza ed entusiasmo, ma non ci vuole un hater per capire che al primo problema, al primo rimbalzo offensivo concesso, qualcuno brontolerà. Non ti curar di loro ma guarda e passa, si suol dire: Mancinelli lo conosciamo, Gandini potrebbe avere l'occasione per aumentare le proprie responsabilità al tiro, Chillo lavora nel sottobosco, e Pini è uno che sa come far girare la palla. Basteranno, in un mondo dove ci sono sì i Bruttini e i Cittadini, ma dove si è vinto anche e soprattutto con i Lawson?

Tutto passa da qui, quindi. Salutando chi è andato via (Candi inevitabile volesse provare a piani alti, e forse davvero, su Montano, sarebbe servito mettere qualche chilometro in più tra lui e la culla cittadina), lasciando forse un qualche rimpianto su Campogrande e ringraziando Raucci di questi tre anni – ci è arrivata una lettera di un club di tifosi di La Spezia a fargli un commosso ciao, per dire – si ripartirà da questi dieci. Non escludendo ipotesi di puntello, sapendo che Boniciolli qua scommette molto, aggiungendo che sarebbe ipocrita non dire che l'assenza della Virtus abbasserà le pressioni esterne della truppa e dell'ambiente. Basterà? Lo scopriremo solo vivendo, citando ancora i bardi canterini. Di certo, non c'è una scelta che sia banale, in questa nuova Fortitudo.

(Foto di Fabio Pozzati)

MARCO BELINELLI AGLI ATLANTA HAWKS
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91