A volte succede che la verità sia invisibile al primo sguardo. Per anni abbiamo pensato che Lucio Dalla, perché siamo a Bologna, è bene ricordarlo, quando cantava Piazza Grande intendesse Piazza Maggiore. Mica vero. Era Piazza Cavour, vicina, alberata, più raccolta. Con Giacomo Sgorbati funziona allo stesso modo. Pensavamo che gli Europei disputati l’estate scorsa in Grecia fosse stato il suo picco recente da giocatore. Invece Bologna ci dice che il bello deve ancora venire.
Se fossimo in un film, ora, dovrebbe apparire la scritta: qualche anno fa. Entrare in scena un bambino con lo sguardo acceso di speranza. È il 1997. Bill Clinton inizia il suo secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti d’America. Gli Arizona Wildcats vincono all’overtime il loro primo titolo NCAA contro Kentucky, e qualche mese dopo i Chicago Bulls vincono 4-2 la finale contro Utah. Il 1997 di cose ce ne ha date, come un piccolo maghetto che all’oratorio della Chiesa Croce Coperta di Imola all’età di 10 anni spiega a tutti, anche agli adolescenti, come sia semplice giocare a pallacanestro. Vorrebbe giocare nella squadra della sua città, un sogno che realizza a 19 anni.

Giacomo, cosa vuol dire per te, imolese, giocare per l’Andrea Costa? “È una grande soddisfazione, perché ho mosso i primi passi con la canotta dell’Andrea Costa addosso. Sono maturato lontano da casa, ed essere tornato a giocare dove sono cresciuto è un onore oltre che una grande responsabilità. Mi sento parte di un progetto importante, e la stagione che stiamo vivendo è fantastica. I compagni di squadra sono super, e anche con gli americani c’è un bellissimo rapporto e al di fuori del campo ci frequentiamo e ci divertiamo assieme. Ticchi? Non lo conoscevo e posso dire che è un grande allenatore. Se oggi siamo dove siamo è prima di tutto grazie al suo grande lavoro. Anche la Società ha fatto tanto, nel segno della continuità, un aspetto che oggi sta pagando parecchi dividendi”.

Anno scorso lontano da casa. Cosa ti ha dato l’esperienza a Casalpusterlengo? “È stata la mia prima esperienza senior e mi ha aiutato a crescere. Ero lontano da casa, senza la mia famiglia vicino, e mi dovevo “arrangiare” nella gestione della mia giornata divisa tra lo studio e la pallacanestro. Sono maturato parecchio e quell’esperienza oggi mi è di aiuto. Sarebbe bello poter far vivere un’esperienza simile a tanti miei coetanei, credo che sarebbe una bella “scuola” di vita per tutti”.

Doppio tesseramento San Lazzaro-Imola. Cosa è per te la BSL? “La BSL è la Società alla quale sono più legato. A San Lazzaro sono arrivato che ero un Pulcino, ed oggi sono un ragazzo che sta vivendo quello che fino a qualche anno fa era solo un sogno. Non dimentichiamoci che la BSL nella nostra regione è una Società molto importante e che ha fatto crescere tanti ragazzi che oggi giocani in quasi tutte le categorie, e che vede alcuni ragazzi anche cimentarsi in esperienza oltreoceano. Il doppio tesseramento è stato da me fortemente voluto anche, ma non solo, per ripagare la BSL per quanto mi ha dato in questi anni, perché se sono dove sono è anche per merito di questa Società”.

Come riesci a conciliare l’impegno sportivo con quello scolastico? “Studio di notte, in macchina mentre vado ad allenamento o in pullman durante le trasferte con la Serie A. Siamo esseri umani e alle volte qualche calo lo accuso, tuttavia mi sto impegnando a fondo per non deludere le aspettative”.

Estate 2015, Europei U18. “È stata una grande soddisfazione andare agli Europei, un’esperienza nella quale impari tantissimo sotto tanti punti di vista, sia per quanto riguarda la pallacanestro che per un mero bagaglio di vita che sai che ti porterai dentro per sempre”.

Oggi c’è la chiamata con la Nazionale U20 di Pino Sacripanti. “Questa convocazione non me l’aspettavo davvero. Sono le prime selezioni, quindi credo ci sia la necessità da parte dello staff tecnico di conoscere meglio alcuni giocatori, soprattutto quelli del ’97 come me. È un’altra grande soddisfazione personale ma che voglio condividere sia con BSL che con Imola che mi stanno facendo crescere sotto ogni punto di vista. Nei due giorni del raduno ad Avellino avrò anche il modo di rivedere tanti ragazzi con cui ho giocato”.

Obiettivi per il futuro? “Continuare a studiare poi nel basket stare il più possibile ad alti livelli. Devo migliorare e per questo mi alleno tutti i giorni e spero di conseguire altri buoni risultati”.

In bocca al lupo Jack, te lo meriti davvero.

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