Cassiere contento per il prodotto dei 5570 paganti, e Fortitudo contenta perché dopo lo spavento di gara 3 le teste di questo (forse) imprevisto lunedì si sono rivelate subito quelle giuste, per una partita che dopo il batti e ribatti dei primi 15’ è diventata una specie di piacevole sgambata. Resa tale dal fatto che Bologna di uomini ne ha 10 e Treviso no. E ha uomini che possono anche iniziare male la gara (vedi Legion e Knox), ma che restano con la zucca al posto giusto in attesa del momento propizio per dare zampate e mazzate. Così è semifinale, con Trieste che aspetta il figliol prodigo Boniciolli e l’impressione, se vogliamo, che sarà ancora più difficile di quanto non sia stato questo quarto di finale.

Ugole in fiamme fin da subito (anzi, con troppo anticipo: vedi cori durante l’inno nazionale, e andremo a valutare il prossimo mamelometro), Treviso meglio nelle prime battute, e Fortitudo che riemerge grazie all’imprevista grandinata di Gandini: 8 filati nel parziale di 13-1 che manda Bologna avanti 15-8, prima che qualche nefandezza più davanti che dietro permetta agli ex verdi di rosicchiare fino al -2, e 15-13 al 10’.

Nervosismo – comunque nella norma – e arbitri che forse fischiano, bipartizanalmente, più di quanto non sarebbe necessario per un secondo quarto che non decolla se non dopo una scossa veneta bollando tra Fantinelli e Saccaggi: la Fortitudo scende 21-24, prima che Mancinelli decida di mettersi a giocare. Ne scodella 13, girando il punteggio e cercando di portarsi sulle spalle il resto della truppa. Candi gli risponde, finalmente si segna, ed è 38-33 al 20’.

Tutt’a d’un tratto, il Knox: tra le sue aperture e le triple di Cinciarini e Italiano Bologna, che gioca senza particolari scimmie sulle spalle, riesce ad arrampicare il vantaggio in doppia cifra, contro una Treviso che si ritrova Moretti con 4 falli e con apporto estero troppo limitato. C’è chi guida e chi fatica a restare a ruota, c’è chi ha punti di riferimento e chi no, 60-49 al 30’.

Poi è tutta discesa, con Legion che trova finalmente i suoi spazi e Campogrande che gli sta dietro. C’è il tripudio del 67-51, con Treviso che ormai non sa che pesci pigliare, mentre dall’altra parte c’è modo e maniera di mettere sul tavolo fritto misto e ventello o quasi. Entrano in campo anche Costanzelli e il redivivo Marchetti (messo nei 12 al posto di Raucci), e ora via di bora.


(Foto di Fabio Pozzati)

I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI DI GARA 3 E GARA 4: VARIE MULTE PER FORTITUDO E ROSETO
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91