La conferenza stampa di presentazione di Marco Carraretto e dell’insediamento di Christian Pavani nel ruolo di presidente.

Pavani - “Ringrazio chi mi ha permesso di essere qua, il sogno di una vita anche se non sarà una cosa semplice. E la prima cosa che ho fatto è stata chiamare Marco Carraretto, persona super che ci ha messo pochissimo a decidere. Ed è l’unico andato via dalla Fortitudo che poi non ha scritto niente su Instragram o simile, come da stile suo e da stile Fortitudo. Io so che quando sono arrivato eravamo in 4, nessuno credeva alla Fortitudo, e devo ringraziare chi ha permesso tutto questo, di chi ha messo le fondamenta, piaccia o non piaccia. Se io sono qua è anche per chi ha aperto un ufficio dove c’erano sigilli, scrivanie messe una sopra l’altra. Oggi siamo qua anche grazie a quelle persone. Come ringrazio Boniciolli, malgrado quello striscione incredibile. Lui aveva uno stipendio da 350mila euro netti, ma è venuto lo stesso. E altri, che lui ha fatto crescere, che sono andati altrove dopo che noi li abbiamo sfamati.”

Carraretto - “Sono molto contento di essere tornato in questa grande famiglia. Ci siamo conosciuti in serie B, abbiamo subito portato questa squadra in A2, e ora vogliamo crescere ancora dopo i recenti buoni risultati. E’ un onere importante ma c’è anche la voglia di andare oltre i nostri limiti, e cercare di far rendere al meglio questa squadra”


Quale sarà il percorso per la Fondazione? Pavani “Percorsi burocratici, impegno triennale: c’è tranquillità, un progetto, della Fondazione faranno parte 10 soci fondatori più i sostenitori. E i soci decideranno chi gestirà le cose. E’ qualcosa che ci dà stabilità, non è un impegno una tantum, ed è il modo per costruire qualcosa di continuo, già tre anni ci permetterà di programmare. A settembre verranno fuori tutti i nomi, e intanto non dimentichiamo chi c’era prima e chi non ha comunque abbandonato questo percorso. Sono stati anni di rinascita Fortitudo in cui non ci sono stati ritardi nei pagamenti, nessun litigio, nessuna dimissione: da quando io sono qua, di cosa questa società può essere accusata? Mi meraviglio delle critiche, non c’è mai stato un problema di iscrizione, nessun lodo. La società c’era, c’è, e siamo tutti sereni e con le idee chiare”

In Virtus la Fondazione non è andata bene. “Abbiamo studiato. Lì gli ingressi erano una tantum e qui sono triennali, per non navigare a vista. Siamo certi che nei prossimi tre anni verrà messa nella 103 una cifra di 4-500mila euro. Quindi siamo tranquilli, possiamo anche spendere qualche soldo per qualcosa che resterà in Fortitudo”

Società e progetto tecnico andranno avanti insieme? “Il percorso è triennale, il futuro di un club non può essere a vista ma si deve programmare.”

Quindi siete pronti in caso di una eventuale promozione. “Sì, sono basi solide anche per il campionato superiore in cui dovremo comunque cercare di arrivare. Se vuoi provare a starci, devi essere solido”

Gli ingressi sono blindati? “Lo statuto dice 10 soci, ma può essere allargato”

Situazione Cusin? “Aspettiamo. E’ normale che un giocatore di quel livello possa aspettare opportunità superiori di livello rispetto a noi. E’ molto contento della nostra proposta, che non è di sei mesi ma è quasi una scelta di vita. Ed è ovvio che prima di fare una scelta di vita ci voglia tempo.”

Eventuale piano B? “Dovremmo parlarne con Carraretto… Comunque siamo già competitivi, poi toccherà a Marco e a Boniciolli valutare strategie e cose simili”

Cosa cambierà nella percezione del pubblico? “Niente, io al popolo devo solo dire grazie, poi i meriti sono di una serie di componenti. Ovvio che se c’è una squadra ridicola tanti non verranno alle partite, e quindi sta a noi cercare di fare una buona squadra. E noi vogliamo mettere il nostro spirito con passione e tranquillità, questo è il mondo della Fortitudo. Non capisco le critiche: siamo stati promossi, abbiamo perso una finale in gara 5 e una semifinale, il problema quale è, che ha vinto la Virtus? Bravi loro, ma io mica posso ammazzarmi: mi rimbocco le maniche e cerco di ripartire. E io non vado certo in depressione solo per una sconfitta. E lo slogan per il pubblico sarà ‘semplicemente Fortitudo’, e vorrei tutto il palazzo già pieno in abbonamento, tanto non c’è più il derby e la necessità del 10%”

La convivenza con la Virtus sarà un problema? “Io voglio il mio palasport. Lo sogno. Chiaro che ora si deve essere razionali, sapendo che questo è il nostro impianto e la nostra casa, ma un club che vuole guardare avanti non può permettersi una convivenza. Il seggiolino in gradinata è mio, sapere che ci si può sedere un altro mi infastidisce. Avere una nostra casa sarà un sogno, servirebbero due entrate, led diversi.. scherzi a parte non sarà una cosa semplice, dopo che per anni questa è stata la nostra casa. Questo palasport non si può comprare, ma ce ne servirebbe uno di proprietà”

I tempi per il bando di gestione? “Intanto aspettiamolo, poi vedremo cosa diranno i soci. Un museo Fortitudo? Le cose sono cambiate… Un club ambizioso deve avere comunque un proprio prodotto, il resto è complicato, altri hanno fatto musei senza aprirli.”

Questione main sponsor e campagna abbonamenti? “Abbonamenti a fine luglio come l’anno scorso, per il main sponsor sentirò varie persone, anche Kontatto che ci ha dato tanto aiuto di recente. Questo è stato un anno sfortunato, se vogliamo, perché è stata promossa la Virtus, ma malgrado tutto tanti sponsor importanti mi hanno scritto dicendomi di andare avanti e che avrebbero offerto anche di più. In questi anni tanti giovani si sono avvicinati alla Fortitudo, abbiamo fatto un gran lavoro, e non capisco le critiche. Ma chi dice che fa tutto Boniciolli? Non è vero, e io non devo fare conferenze stampe tutti i giorni per spiegarlo. Io devo fare altre cose, ho altri compiti, e qui nessuno avanza dei soldi. E se qualcuno ha problemi o dubbi, noi siamo qua”

Il rapporto con il settore giovanile, malgrado i recenti dubbi? “Allora. Candi ha fatto una scelta di vita che io non condivido: è un 1997, un club professionistico poteva prenderlo, ed è venuta Reggio che lo voleva e non in prestito ma comprandolo. Gli ho parlato come da padre a figlio, e lui in tre secondi ha detto sì a Reggio. Potevo mettergli i bastoni tra le ruote, ma noi siamo seri e gli abbiamo dato la chance di giocare in A1. Scelta intelligente della società per fargli fare una esperienza, quando noi lo avremmo dato solo in prestito. Lo ha voluto lui, e penso che noi abbiamo fatto bene i genitori. Campogrande è una situazione più delicata. Il coach mi aveva detto di volergli fare un triennale e mandarlo in prestito a confermare la recente crescita. Mossa intelligente, io ho chiamato il procuratore girandogli questa idea e dicendo che lo avremmo mandato in una società amica e con Boniciolli a continuare a seguirlo. Lui ha rifiutato quella società dicendo che avremmo dovuto mandarlo altrove, e qui i rapporti si sono interrotti, non accettiamo ricatti. Il giocatore non mi ha risposto, mi ha solo mandato messaggio con scritto che dovevo parlare con il procuratore. E allora noi non abbiamo litigato con nessuno: vada dove vuole, non dimenticando che avrebbe avuto un altro anno di contratto, e loro ne sono usciti. Noi lo abbiamo preso da Roma, lo abbiamo fatto crescere, Boniciolli ci ha messo la faccia, e questa è stata la risposta, con tanto di post sui social su quanto sia stato bene qua. Ma noi non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno: vada dove vuole, ma non si metta a ringraziare i tifosi. Siamo molto dispiaciuti, soprattutto Boniciolli che gli ha permesso la vetrina. Non è lui che li ha mandati via, ma Christian Pavani che lo ha fatto”

La trattativa per Torreverde? “Si faranno le carte nella prossima settimana, e inizierà il trasferimento. Il Paladozza sarà solo per le partite. Un club moderno deve cercare di aumentare il fatturato, e noi pensiamo così di poterlo fare. Sarà un progetto interessante, che verrà illustrato a breve”

Riaprirà la foresteria? “Ci sta lavorando pesantemente Politi, avremo qualche ragazzo che viene da fuori, abbiamo aperto canali in Africa, stiamo investendo tanto. Ci sono tanti agenti molto importanti che ci mandano ragazzi del 2000 e 2001, perché sanno che qui ci sono risultati. E stiamo aprendo collaborazioni con altre società”

Sei dopo anni un presidente operativo. “Sì, sono un presidente operaio, e la cosa mi inorgoglisce. E’ una responsabilità che ci prendiamo, dato che è una cosa che non capita tutti i giorni. Come si suol dire, siamo qua per il popolo”

Il raduno? “18 agosto, salendo il giorno dopo a Lizzano, dove stiamo benissimo, e facendo poi amichevoli che verranno comunicate”

Le gare in campo neutro a inizio stagione? “Aspettiamo il calendario, pensiamo comunque sia a Rimini che a Firenze. Firenze sarebbe una bella piazza da andare a coltivare”


Poi Carraretto. Rapporto con la Fortitudo chiuso senza post sui social, ma qualcosa è mancato, sfumando la promozione. E’ per questo che sei tornato? “Dopo la finale persa dissi che avrei voluto riprovarci da giocatore, sono state fatte scelte societarie diverse ma senza rammarico reciproco. La richiamata mi ha fatto molto felice, e sono contento di poter mettere la mia esperienza al mio servizio. Non pensavo di fare il dirigente, e farlo qui è una grande spinta. Altre società mi sono state vicine nel corso degli anni, e una è stata la Fortitudo. Grande affetto, spero di poterlo ripagare. E non penso che avrò problemi ad essere accettato”

Lamma è tornato a giocare, tu? “Ogni giocatore pensa di essere un highlander, io potrei anche giocare, ma si deve anche capire quando è il momento di cambiare ruolo. Il rischio non c’è”

Cosa serve per vincere? “Una serie di fattori. Qui si lavora per essere sempre pronti, per andare sempre oltre i propri limiti con la follia di avere una promozione su 32. Il gruppo deve trovare la spinta dentro di sé. Io cercherò di aiutare dando esperienza nei momenti in cui ce ne sarà bisogno. C’è uno staff tecnico di ottimo livello, io darò appunto esperienza”

Ma avevi comunque deciso di smettere di giocare? Visti i tanti scudetti vinti, ti aspettavi qualche riconoscimento in più? “Io già lo scorso anno mi sentivo pronto a dare qualità ad una buona squadra, poi ho fatto i conti con la mia anagrafe e con la situazione attuale del basket. E quindi ho deciso di smettere, accettando il diventare grande e pensare ad un futuro dopo essermi preparato a qualsiasi scenario. Dopo aver fatto questo per 20 anni. E’ un cambio importante. Sono poi consulente finanziario, e quindi in materia visto come le società sportive siano poi aziende che devono cercare di far quadrare i conti”

Non arrivasse Cusin, parlando di tecnica, i lunghi sono comunque adatti alla lotta per la promozione? “Sono i migliori che c’erano, non contano i nomi per fare bene. Conta capire come questo gruppo, che è stato rifatto da zero, riuscirà ad amalgamarsi sapendo che essendo un gruppo maturo dovrebbe fare presto a compattarsi”


Il video grazie a Sportpress



BASKET CITY AL MARE, 14/7/2017
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91