Il giovane playmaker della Fortitudo Marco Montanari (classe 1998) è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sull'aspettarsi un debutto così positivo. Sinceramente no. Se me l'avessero detto qualche mese fa, non ci avrei mai creduto. Le cose stanno andando bene, oltre le più rosee aspettative. Ma non mi fermo qui. Sono abituato a guardare avanti.

Sull'eventuale ingaggio di Rosselli. Lui è un giocatore che mi piace tantissimo, ma come play aggiunto abbiamo Amici che ha già dimostrato di essere in grado di aiutarci in regia. Poi, quando tornerà a stare bene, avremo Fultz, un costtuttore di gioco di altissimo livello. Sarà la società a fare le sue valutazioni. Abbiamo già buoni giocatori.

La vittoria di Imola. Venerdì abbiamo vinto grazie alla prodezza di Mancinelli. Il problema è essere arrivati ad averne bisogno dopo essere stati in vantaggio di 15 punti. Avevamo già buttato via la gara. Avremmo dovuto aspettarci il loro ritorno e non siamo stati pronti. Questo dimostra che abbiamo tanti aspetti su cui lavorare.

Sul considerarsi "erede" di Lamma o Candi. Non lo so. Entrambi sono diversi da me. Davide, che ho visto giocare personalmente solo in Serie B, aveva più stazza fìsica, mentre a Leo piace di più segnare. Io preferisco mettere in ritmo la squadra. Fin da bambino ho sognato di fare il playmaker. I miei miti erano Diamantidis e Teodosic. Poi l'anno scorso ho conosciuto Michele Ruzzier: mi piaceva e mi piace moltissimo. Trovo affinità con lui, anche come altezza, sebbene Michele sia più esplosivo.

Sul suo essere religioso. Sono credente e praticante, come la mia famiglia. Ma non mi piace parlarne troppo. Dio è sicuramente importante: prima di giocare mi affido a Lui, sperando che vada tutto bene.

Gli obiettivi. Non voglio parlare di Serie A o di Eurolega. L'importante è fare sempre del mio meglio. Se avrò delle altre opportunità, come quelle che il coach e la società mi hanno dato, cercherò di sfruttarle.

(Foto di Fabio Pozzati)

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