Ieri a Roma il Segretario Generale FIBA - Patrick Baumann - si è incontrato con i rappresentanti delle federazioni di Italia, Francia, Germania, Grecia, Spagna, Turchia e Russia per il progetto Champions League, che dall’anno prossimo si affiancherà all’Eurolega ULEB che per ora ha raccolto l’adesione delle 11 squadre dotate di licenza A, vista anche la presenza del munifico sponsor IMG.

Baumann, intervistato da Mario Canfora sulla Gazzetta dello Sport, ha confermato che la FIBA andrà avanti, privilegiando il merito sportivo.

Andiamo avanti per la nostra strada, tutte le federazioni hanno convenuto di dare seguito alla nuova Coppa dei Campioni.

Nessun accordo quindi con l'Eurolega? «Intanto noi presentando la nostra nuova Coppa avevamo avanzato una proposta, loro invece hanno deciso già e messo dei paletti. Rispettiamo la decisione degli undici club con licenza A pur non condividendo i principi. Incontrarmi con Bertomeu? Mica è un problema. Mi risulta che molti club abbiano chiesto di cercare ancora un'intesa. Ma, ripeto, siamo su due visioni diverse».

Qual è quella della Fiba? «Che si deve dare credito al criterio sportivo. Dobbiamo proteggere i campionati nazionali, da loro è il contrario. Si tratta di filosofie diverse».

Ma se l'Eurolega si giocherà con tutte le big, la nuova Champions non sarà svuotata d'interesse? «Direi proprio di no. Molti paesi non sono negli undici, il livello di quelle che sono rimaste fuori è uguale se non superiore alle altre. Molte spagnole, per dire, sono arrabbiate, club che hanno voglia di giocare ce ne sono tantissimi. Ora bisogna solo ordinare il tutto e presentare il nostro nuovo format. Non possiamo essere schiavi di un piccolo numero di club, per quanto possano essere rispettabili. Se chiudi la porta con licenze di 10 anni, la base non cresce più».

Ci potrebbero essere ripercussioni per club e giocatori? «Ho letto di possibili sanzioni, multe, squalifiche per le società che non entreranno nella nostra Coppa. Non accadrà nulla di questo, non faremo guerriglie, siamo solo per costruire un progetto comune. Ogni cosa ha bisogno di tempo, accade di soffrire anche un po' prima di vedere il progetto attuato nella sua pienezza».

Quindi la vostra Coppa prenderebbe il posto dell'Eurocup? «Per noi l'Eurocup non dovrebbe più esserci. Magari ci sarà una terza coppa per accontentare le squadre che vorranno comunque avere una esperienza internazionale». Delle undici di Eurolega riuscirete a portarvi dietro qualcuna? «Non lo so, vedremo. Ma non è mica un nostro obiettivo, ognuno fa la sua scelta».

Nel vostro primo progetto, l'Italia, ossia Milano, non aveva ricevuto una delle otto licenze. «Abbiamo dovuto fare delle scelte, considerando risultati sportivi ed altri fattori. Dico la verità: a me il diritto fisso non piace, ma poi un po' di tutela ai club che investono bisogna darla. Su Milano, non so cosa farà, ma se resterà con l'Eurolega non significherà che sarà contro la Fiba, la Fip o altro».

Parliamo di arbitri: dove andranno? È un bel problema. «Gli arbitri "appartengono" alle federazioni e fanno riferimento a loro...».

Lei è membro Ciò: come giudica la candidatura di Roma 2024? «Forte come le altre che puntano all'Olimpiade: di sicuro Roma oltre ad essere una città affascinante, ha un presidente del Coni come Malagò che si muove nelle sfere internazionali con agilità».

E del preolimpico che l'Italia vorrebbe organizzare in luglio? «(sorride) È una delle candidate...».

Per ora - ovviamente - non si tratta di argomenti che possano interessare il basket bolognese. Per il futuro, anche a breve termine, chissà. Dipenderà dalle intenzioni della proprietà. Di sicuro un progetto di crescita per la Virtus non può non includere la partecipazione a una qualche coppa europea.

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