Coach Ramagli è intervenuto durante il "Virtus Day Time", appuntamento quotidiano bianconero su Radio Bologna Uno.

Orgoglio di aver portato questa Virtus tra le prime quattro del campionato di A2: "Un bel risultato perché ripartendo da un progetto azzerato rispetto alla retrocessione dello scorso anno, ci eravamo dati una serie di obiettivi e tra questi anche quello di provare a fare un campionato importante, sapendo di avere una buona squadra che però doveva essere assemblata ex novo. Essere arrivati tra le prime quattro su trentadue è motivo di orgoglio, ora inizia la parte più bella, quella da godere per provare ad arrivare in finale."

Come cambia il bilancio di questa stagione? "Per quanto riguarda gli obiettivi iniziali cambia poco, in termini di obiettivi intermedi: il filo rosso con il popolo Virtussino, lo spazio ai giocatori giovani, l'idea di un campionato importante. Però, poi, come tutti sanno, c'è stato un cambio di proprietà che, in maniera ambiziosa, ci ha spinto a provare a raggiungere un obiettivo ancora più alto e ci ha consentito l'innesto di un nuovo giocatore. L'essere tra le prime quattro dipende dal cambiamento, in corso d'opera, non degli obiettivi iniziali ma di quelli della seconda parte di stagione."

Il fattore campo nei playoff per la Virtus sembra non essere fondamentale: "Non solo per la Virtus, anche Treviso, la Fortitudo, Ravenna. Quando dicevo che il fattore campo non era così importante è perché qualche anno sulle spalle ce l'ho e so per certo che il fattore campo, sopratutto nella formula 2-2-1, lascia lo spunto a qualche sorpresa. Non è inusuale che ci siano vittorie in trasferta: le squadre che vogliono arrivare in fondo devono assolutamente essere in grado di vincere in trasferta."

Coach Di Paolantonio e Roseto: "Io ho votato Martino, Carrea e Di Paolantonio, perché prima dell'inizio del campionato nessuno poteva credere che Roseto arrivasse a questo punto e gli faccio ancora i complimenti, come ho già fatto di persona dopo la partita a lui, allo staff e ai giocatori. Una squadra che aveva delle basi, uno spirito e un'anima che hanno dato la spinta, con giocatori importanti come Amoroso e Smith: hanno fatto una bella stagione, nonostante fossero stati dati come spacciati dall'inizio."

In gara 4 precisione al tiro e rimbalzi: "È importante imparare dagli errori: onestamente le partite possono prendere pieghe inaspettate ed essere tutte diverse tra loro, per vari motivi. L'aspetto più importante è saper rimediare e trovare gli accorgimenti giusti e ovviamente mettere anche punti, che è la cosa fondamentale. Noi l'abbiamo fatto: nella serie con Casale siamo andati sotto a rimbalzo per poi rimediare nelle due trasferte in maniera autorevole; con Roseto abbiamo giocato a basso ritmo la prima partita, per poi alzare il numero dei possessi nelle successive gare dove siamo stati precisi, ma è anche vero che i nostri tiri sono stati ben costruiti, ad alta percentuale e con poca possibilità di essere contestati, quindi in quei casi una squadra di qualità come la nostra non è impossibile che quei canestri li metta."

La ripresa di Umeh passa da una scelta dello staff tecnico prima di gara 4: "È stata una cosa di domenica mattina: uno dei miei collaboratori mi ha proposto uno schema per il primo possesso, da strutturare in maniera tale che Michael avesse il pallone in mano per il primo tiro della partita. Poi io ho aggiustato il dettaglio dal punto di vista tecnico, abbiamo usato questa strategia e siamo stati fortunati perché Umeh è riuscito ad arrivare al ferro, a segnare e forse lì si è rasserenato ed è subito entrato in partita anche dal punto di vista offensivo, senza dimenticare l'aspetto difensivo dove, secondo me, ha disputato quattro ottime partite."

Gentile ha migliorato la squadra e sta diventando un uomo squadra: "Lui è arrivato due giorni prima degli ottavi di finale, quindi era normale che fosse poco coinvolto è collegato con la squadra, fidandosi di qualche sua giocata individuale. Piano piano ha preso confidenza con i compagni, poi lui è un giocatore di qualità, però è chiaro che un conto è buttarlo nella mischia, un conto è averlo inserito nel gruppo. Non è un caso che, dal punto di vista emozionale, nelle partite di Roseto sia stato uno di quelli che ha dato una spinta anche dal punto di vista psicologico al gruppo ma questo succede solo con il tempo, entrando in confidenza con i compagni."

Semifinale con Ravenna, sorpresa di questi playoff: "All'inizio della serie con Verona pensavo che l'infortunio di Marks a Ravenna e il dispendio fisico di Verona con Biella si equivalessero e andassero ad equilibrare la serie dei quarti di finale. Credo che la seconda partita della serie abbia un po' spaccato in due la serie stessa; onestamente non pensavo che Verona potesse perdere tre partite senza vincere neanche una. Grande merito a Ravenna, che ha consolidato un gruppo che si conosce da molti anni ed è riuscita a costruire un cammino sorprendente soprattutto per quanto riguarda il netto 3-0 con cui ha battuto Verona."

Ravenna unica squadra in regular season ad aver battuto due volte la Virtus: "È una squadra molto solida ma al tempo stesso molto equilibrata. In stagione regolare, di fatto, ha vinto due partite in meno di noi e ci ha schiaffeggiato due volte. Non dobbiamo pensare di trovare "squadre povere" nelle semifinali perché a questo punto ci sono solo squadra toste, vere e loro non sono assolutamente da meno da questo punti di vista. Una squadra molto tattica e intensa dal punto di vista difensivo, sarà un serie durissima, che dovremo conquistarci soffrendo su ogni pallone. Le due vittorie con noi in regular season non si possono tanto usare come termini di paragone: noi giocammo all'andata con Ndoja che non riusciva a camminare; al ritorno Lawson era fuori come Ndoja, Spissu aveva un problema alla schiena e giocò 23 minuti Pajola da playmaker. Le due squadre avevano una fisionomia diversa e nei playoff non si possono usare come termini di paragone delle partite della stagione regolare. Noi siamo diversi rispetto a quei tempi lì, abbiamo recuperato Klaudio e abbiamo Gentile in più che prima non avevamo; sicuramente abbiamo una fisionomia diversa."

Una Virtus e coach Ramagli che sono riusciti ad uscire a testa alta dalla tanta pressione e dalle tante accuse dopo le sconfitte con Casale e Roseto: "Io tutte queste cose non le voglio neanche ricordare perché mi sono sembrate stonate, non per me o per qualche giocatore ma perché la nostra stagione aveva parlato da sola. Ho sempre detto che nei playoff bisogna fare tre punti, dunque quando perdi un punto per strada non sei un lebbroso da tenere lontano dalla folla, sono cose che possono accadere. Si possono interpretare male le partite, si possono fare degli errori, come io ho riconosciuto nel post partita con Casale in gara 2. Tutto questo non intacca la serenità della squadra, perché lo sport dovrebbe essere fatto di altre cose, di celebrazioni per chi ha vinto e anche serenità nell'accettare una sconfitta, che si può rimediare quando il clima all'interno di un gruppo è costruttivo e positivo. Queste cose me le metto dietro le spalle e se dovessero ricapitare farò altrettanto, perché non ci sono altri modi."

(Foto di Fabio Pozzati)

FORTITUDO-TREVISO, LE FOTO
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91