Un film già visto, l’ennesimo in trasferta. La Virtus parte anche bene, ma appena viene disinnescato Pittman (ieri da un paio di fischiate davvero dubbe) scopre tragicamente di non avere alternative, subisce un parzialone e va sotto di 15-17 punti. Poi prova una o due disperate rimonte con tanta volontà ma poco costrutto, ma inesorabilmente perde. Il solito problema palle perse (ieri 18), ben 11 liberi sbagliati, ma soprattutto la sensazione che a parte il centro texano ci sia poco poco. Nulla da Odom e Gaddy (in condizioni precarie, ma con Trento da sano non era andato molto meglio), qualcosina da Hasbrouck e Collins - che però nel secondo tempo è sparito - pochissimo dagli italiani. Così non si vince mai, e la partita di ieri era quella sulla carta più abbordabile tra le quattro rimaste, dato che Pistoia era in crisi nera di risultati e di gioco, e invece contro i bianconeri si è rivitalizzata.

Fortunatamente per le Vu Nere, i giochi sono ancora aperti. Varese e Brindisi hanno definitivamente salutato il gruppo delle pericolanti, che ora è ridotto a sei squadre. Pesaro ha fatto un bel passo in avanti battendo e agganciando Capo D’Orlando, le altre hanno perso tutte. Quindi Torino resta ultima a quota 18, mentre a 20 ci sono la Virtus, Caserta e Cantù, tutte in una situazione difficilissima.

Il calendario della Virtus da qui alla fine è noto: scontri diretti a Cantù e con Torino, e ultima partita proibitiva a Reggio Emilia, imbattuta in casa e che probabilmente si giocherà il primo posto in classifica. La salvezza per i bianconeri quindi si gioca nelle prossime due domeniche. Battere Torino - anche di 6 o più - potrebbe non bastare, perchè un eventuale arrivo in gruppo con Caserta manderebbe in A2 le Vu Nere. E che Caserta ne vinca una delle prossime tre non è esattamente improbabile. Per cui sì, la Virtus ha il destino nelle proprie mani, ma per essere certa al 100% della salvezza deve fare doppietta tra Cantù e Torino.

La domanda che viene naturale porsi è: questa squadra può farcela? Una squadra che finora ha vinto il 37% delle partite giocate e in trasferta ne ha vinta 1 su 13 può fare 2/2 in due scontri diretti, tra cui uno su un campo caldissimo come il Pianella, oppure espugnare l'inviolato parquet della capolista all'ultima giornata? I tifosi possono dare la loro risposta, ma soprattutto saranno la società e la proprietà a doversi interrogare. E se la risposta è “no” - come sembra da fuori - si deve intervenire. La Virtus ha ancora tesseramenti a disposizione e può ingaggiare qualsiasi giocatore comunitario Bosman A proveniente dall’estero. Per fare un paragone con la Fortitudo che nel 1992 si salvò proprio a Reggio Emilia all’ultima giornata (infrasettimanale, per continuare coi corsi e ricorsi storici), servirebbe il Teo Alibegovic della situazione, arrivato pochi giorni prima e subito decisivo con 28 punti.

Servirebbe un giocatore con punti nelle mani che - giocando anche fuori dagli schemi - possa dare quella scossa necessaria per vincere le partite necessarie. Un po’ come ha fatto Collins appena arrivato per la vittoria a Sassari. Mossa disperata, ma che potrebbe dare una scossa a una situazione anestetizzata e molto pericolosa. La serie A è un patrimonio che va mantenuto a qualsiasi costo, sia per cercare di attirare eventuali nuovi investitori, sia perchè risalire subito dalla A2 non sarebbe semplice né immediato, dato che anche l’anno prossimo ci sarà una sola promozione. Questo la Fondazione non può e non deve dimenticarlo.

OZZANO SCONFITTA A SCANDIANO
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE